Appalti & Abolizione delle Tariffe minime di Legge

In questo paragrafo riteniamo giusto segnalare una problematica abbastanza grave che è nata in conseguenza dell’abolizione delle Tariffe minime di Legge sulle prestazioni professionali.

Senza ripercorrere tutte le vicende, diciamo solo che, dal 2012, le tariffe professionali possono essere concordate liberamente fra committente e professionista. Questo pareva ai più un fatto positivo. In realtà esso ha trasforrmato la remunerazione dell’attività professionale in un contratto qualsiasi di natura commerciale, al pari dell’acquisto di una lavatrice o un’automobile,  trasformando la realtà dei rapporti di lavoro fra committenti e professionisti, che oggi sono, per l’appunto, tipicamente commerciali. Sperimentiamo quindi in questi anni,  per la prima volta, la concomitanza fra appalti e abolizione delle tariffe minime.

La negatività di questa nuova regola, al contrario delle aspettative, era chiara fin dall’inizio, almeno agli addetti ai lavori, perché, come facilmente prevedibile, ha fatto subito scattare il meccanismo del massimo ribasso anche sull’attività dei professionisti.

Il fenomeno suddetto, in concomitanza con l’evento sismico più recente che ha colpito le nostre zone, si è aggravato, in quanto ha fatto scattare la corsa al business dei lavori da parte di una nuova figura: il professionista “commerciante” di… progetti.

Il commerciante di progetti, in realtà, non è altro che un “acquisitore” di commesse. Una volta acquisita la commessa, per le regole tipiche del commercio, egli parte alla ricerca del “fornitore” di progetti più a buon mercato. Questo avviene quasi sempre all’insaputa del Committente, ed è in palese violazione del codice deontologico.

Occorre però dire che anche il Legislatore, da parte sua,  avendo voluto fortemente l’abolizione delle tariffe minime (credendo di modernizzare il settore e abbassare i costi), ha una grossa responsabilità in tutto ciò: tutto quanto detto non è una conseguenza imprevista.

NOTA: Si è voluto fortemente, a livello politico, che l’attività professionale dell’ingegnere divenisse un commercio, dove “il prezzo” diventa sempre l’elemento caratterizzante della prestazione professionale. Oggi tutte le gare, pubbliche e private, per l’assegnazione di Progetti, Direzioni Lavori e Collaudi,  diventano di fatto una gara al prezzo più basso, con ovvi risultati nel senso della qualità e della sicurezza. Infatti come conseguenza vi è l’inevitabile tentativo dei tecnici incaricati di recuperare gli utili perduti là dove non si può, o non si dovrebbe. Non dobbiamo stupirci quindi se vediamo sempre più spesso opere che crollano al primo evento eccezionale , o edifici che manifestano crolli improvvisi, oppure se scopriamo gare che vengono truccate, o commitenti privati che cambiano tecnico perché altri si offrono a prezzi più bassi. Non dobbiamo neppure stupirci se chi, fra i professionisti, si ostina a voler fare i progetti in un certo modo, prestazionali, nel perfetto rispetto della norma e nel solo interesse del committente, risulta  poi apparentemente “fuori prezzo” e quindi soccombente in un mercato che oggi ha queste regole. E’ come voler paragonare un prodotto di marca con un tarocco, o le mele con le pere: non è possibile.

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