Foto storica

LA COMMESSA

Progetto Definitivo di miglioramento sismico del fabbricato denominato “ex-Palazzo della Concezione” sede del Liceo Artistico “G. Chierici” a Reggio Emilia.

Categories:
Client: Provincia di Reggio Emilia
Location: Reggio Emilia - Via Nobili
Architect: Ing. Alessandro Pignagnoli

DETTAGLI DEL PROGETTO

  • Verfica Sismica nello Stato di Fatto
  • Progetto Definitivo di Miglioramento Sismico
  • Progetto rinforzi metallici dei muri
  • Progetto controventi metallici aggiuntivi
  • [..]

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Le problematiche tecniche affrontate in questo progetto sono state complesse.

Si tratta infatti di un edificio “storico”, sottoposto a vincolo di tutela, sopraelevato nel corso dei secoli, trasformato più volte tramite demolizioni e ricorstruzioni, che ne hanno alterato la struttura portante. In particolare, attualmente l’edificio presenta quattro corpi, collegati fra loro in corrrispondenza delle scale (posizionate agli incroci).

La destinazione scolastica aggrava il rischio complessivo dell’edificio.

La dimensione notevole dell’edificio unita alla collocazione “critica” delle scale rende il funzionamento complessivo di difficile comprensione. I quattro copri, peraltro, non sono resistenti in modo autonomo, per cui la collaborazione fra gli stessi risulta indispensabile.

L’edificio è stato oggetto, dal 2008, di indagini approfondite e valutazioni finalizzate a verificarne la sicurezza ma, soprattutto, evidenziarne le vulnerabilità più importanti. Essendo questa la priorità, l’analisi dello stato di fatto è stato condotto con modellazione globale e analisi elastica. Si sono evidenziate quindi le zone critiche dell’edificio, che sono quelle, nei fatti, che si danneggiano ad ogni evento sismico.

Il progetto, partito nel 2012 a causa del recente evento sismico, si è orientato primariamente all’eliminazione delle vulnerabilità locali, e successivamente all’innalzamento della sicurezza complessiva della scuola.

Le vulnerabilità locali più importanti sono all’ultimo piano, per la presenza di muri liberi alla sommità. Anche il corpo sud, caratterizzato al piano terra dall’assenza di muri di controventamento e ai piani superiori da una sopraelevazione in CA, risulta affetto da vulnerabilità più alta.

La vulnerabilità all’ultimo piano verrà risolta con la creazione di un nuovo impalcato di sottotetto, in legno, finalizzato anche ad altre funzioni di ripartizione delle azioni sismiche.

Le altre vulnerabilità verranno risolte tramite ricostruzione di vecchi muri demoliti, tramite redistribuzione di diversi ambienti e soprattutto attraverso una collaborazione efficace dei quattro corpi dell’edificio.

I solai esistenti , parzialmente rinforzati nel corso degli anni, verranno completati.

L’innalzamento del livello di sicurezza complessivo è stato oggetto di studi approfonditi, e molteplici discussioni con la Soprintendenza e i suoi consulenti.

La possibilità di rinforzare le murature esistenti è stata appurata tramite idenee modellazioni dei setti murari studiate appositamente per il caso in esame, in particolare adottando tecniche di modellazione non lineare del comportamento meccanico della muratura rinforzata, all’interno di verifiche pushover (cioè in spostamento).

Anche il rinforzo delle strutture ad arco, tramite rinforzi metallici (o in fibre) all’estradosso, è stato studiato tramite apposite modellazioni a collasso non lineari delle cerniere nella muratura.

La soluzione caldeggiata dal nostro studio è stata quella di rinforzare l’edificio tramite la semplice adozione di  tirantature nelle murature, verticali o diagonali, esterne ai muri portanti (quindi a vista). Tale soluzione appariva la meno invasiva e sicuramente efficace. Al contrario, la soluzione voluta dalla Soprintendenza si è orientata ad una redistribuzione massiccia delle murature interne, a nostro giudizio molto più invasiva.

Molte discussioni vi sono state anche in merito all’interpretazione del concetto di “unità strutturale” in questo immobile. Da un lato vi era chi, come noi, riteneva e ritiene che debba essere considerata un’unica unità strutturale, se non altro per garantire un comportamento d’insieme, e chi (come i consulenti della Soprintendenza) riteneva doversi considerare la presenza di più unità strutturali, abbandonando il comportamento d’insieme. Alla fine si è dovuta accettare, giocoforza, la seconda via.

La fattibilità del rinforzo con tiranti è stata oggetto anche di una richiesta di parere specifico al CTS (Comitato tecnico scientifico della Regione), che si allega (nel quale si descrive anche la modellazione non lineare della muratura rinforzata), a cui purtroppo non è stata data una risposta chiara.

La progettazione esecutiva è stata affidata alla ditta vincitrice della gara d’appalto.